Presente, prospettive e criticità da superare
«United by Unique». È questo il tema scelto per il World Cancer Day 2025 che si celebra oggi Martedì 4 Febbraio. Da un lato unire le forze, dall’altro ricordare che l’esperienza del cancro è prima di tutto soggettiva. Ogni tumore è diverso dall’altro, ogni paziente è diverso dall’altro. In questo senso dovrebbero muoversi la ricerca e la terapia, quest’ultima sempre più personalizzata.
In questo contesto, mentre innovazioni come le terapie target con nuove molecole continuano a emergere, una componente fondamentale delle cure oncologiche merita maggiore attenzione: la radioterapia.
La moderna radioterapia è uno strumento essenziale
Secondo il Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici presentato il maggio scorso, si stima che circa il 60% dei pazienti con diagnosi di neoplasia necessiti di radioterapia durante il decorso della malattia, da sola o associato a chirurgia, chemioterapia, ormonoterapia, immunoterapia… Ogni anno più di 180mila nuovi pazienti vengono trattati, solo in Italia, con la radioterapia.
Non stupisce quindi che sempre più persone abbiano a che fare con la radioterapia: i risultati dell’indagine AstraRicerche, condotta per conto Associazione Italiana di Radioterapia ed Oncologia Clinica (AIRO), presentati lo scorso anno, mostrano che già più della metà degli intervistati ha avuto un’esperienza diretta o indiretta con questa terapia per malattia di familiari, amici o conoscenti.
Nonostante queste cifre, spesso la radioterapia è percepita come una “seconda scelta” rispetto ad altre opzioni terapeutiche e vista, non di rado, con timore. Tuttavia, i dati dimostrano il contrario: il 42% delle guarigioni da tumore è attribuibile proprio alla radioterapia, rispetto al 46,5% della chirurgia e all’11,5% della chemioterapia.
L’utilizzo della radioterapia è destinato a crescere
In Medipass crediamo che la radioterapia consoliderà la propria centralità nel percorso di trattamento dei pazienti oncologici. Le ragioni includono:
- in un contesto di progressivo invecchiamento della popolazione, la radioterapia può rappresentare una valida (se non l’unica) alternativa per curare pazienti anziani che non possono sottoporsi a interventi chirurgici o di chemioterapia;
- è un’efficace opzione di trattamento per pazienti oligometastatici (casistica in aumento), che presentano poche metastasi trattabili singolarmente. Alcuni studi mostrano come in questi casi la radioterapia potrebbe persino avere un effetto stimolante sul sistema immunitario nella lotta contro la neoplasia.
Inoltre, le nuove conoscenze in ambito radiobiologico evidenziano come alcune forme tumorali rispondano in modo particolarmente efficace alla radioterapia, o come in alcuni casi l’impiego della radioterapia al posto della chirurgia possa anche ridurre effetti indesiderati come quelli sulla continenza urinaria e sulla disfunzione erettile.
Innovazione tecnologica e ultime frontiere a servizio della precisione
Questi risultati vanno di pari passo con l’avanzamento tecnologico degli ultimi anni, che ha reso la radioterapia sempre più performante. Grazie agli investimenti del PNRR, ad esempio, è stato possibile implementare o sostituire molti acceleratori lineari obsoleti con tecnologie più moderne. Sempre più centri dispongono ad esempio di apparecchiature per la radioterapia stereotassica che consente livelli di precisione elevatissimi nel colpire la sola neoplasia quando non aggredibile chirurgicamente, risparmiando i tessuti sani. Come Medipass, abbiamo contribuito a questo cambiamento introducendo apparecchiature di ultimissima generazione, spesso alla prima installazione in Italia o in Europa.
Tutte le tecnologie di radioterapia più avanzate sono poi orientate a migliorare l’esperienza del paziente. Con la adaptive therapy, ad esempio, vengono erogati dosaggi con una precisione millimetrica ed è possibile correggere eventuali spostamenti del paziente durante ogni seduta. Un altro esempio è l’ipofrazionamento, una tipologia di trattamento radioterapico in cui la dose complessiva di radiazioni viene somministrata in un numero più limitato di sedute rispetto al passato.
Va poi ricordato che, oltre al trattamento dei tumori maligni e benigni, la radioterapia ha da sempre applicazioni in altri ambiti come, ad esempio, quello osteoarticolare nel trattamento delle artriti, in cardiologia in presenza di malformazioni vascolari o per ridurre il rischio di conseguenze impreviste dopo il trattamento con stent, in ortopedia con lo scopo di ridurre le calcificazioni.
Se il Sistema Sanitario Nazionale non riconosce ancora nel nomenclatore tariffario queste indicazioni, peraltro difficilmente erogabili in Italia dal momento che i macchinari disponibili sono già oberati per le terapie oncologiche, in altri Paesi la situazione è diversa: in Germania, ad esempio, la radioterapia è equamente divisa tra trattamenti oncologici e non oncologici.
Falsi miti e percezioni
Nonostante sia uno strumento prezioso, la radioterapia ancora oggi soffre di pregiudizi. Molti pazienti temono, erroneamente, di diventare “radioattivi” dopo il trattamento, e solo una minoranza sa che si può tornare subito alla vita quotidiana. Le fake news diffuse in rete non aiutano e per questo è fondamentale che il paziente ottenga informazioni chiare e complete da parte del medico prima dell’avvio del trattamento.
Inoltre, persiste un’erronea percezione della figura del radioterapista, spesso confuso con un tecnico. In realtà il radioterapista è un medico specializzato che, supportato da figure altrettanto specialistiche come il fisico medico, stabilisce dosaggi e modalità di somministrazione della terapia radiante, giocando un ruolo cruciale nel percorso di cura. Dovrebbe quindi essere coinvolto, come fortunatamente sempre più spesso accade, nella discussione del caso clinico in ottica multidisciplinare.
Le sfide del futuro: equità, sensibilizzazione e formazione
In Italia, rispetto ad altri paesi UE, c’è una buona diffusione di tecnologia: 185 centri di radioterapia, corrispondenti a 3 ogni milione di abitanti, alcuni dei quali riconosciuti a livello internazionale per la loro eccellenza e innovazione. Il problema è piuttosto la loro distribuzione, troppo disomogenea tra Nord, Sud e Isole, anche se fortunatamente qualcosa è stato fatto negli ultimi anni; con Medipass in prima linea, per garantire anche alle aree più svantaggiate le moderne apparecchiature necessarie, a cui si sono aggiunti i fondi del PNRR.
Se dunque le diseguaglianze si stanno pian piano riducendo, rimane cruciale il tema delle figure professionali. Mancano infatti giovani radioterapisti: il rinnovo tecnologico richiede personale qualificato in quanto la radioterapia è una disciplina operatore-dipendente. Purtroppo, però, la disciplina non è considerata attraente dai neolaureati, anche a causa della scarsa visibilità nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia. Quando si parla di radioterapia ci si concentra molto sulle tecnologie, senza illustrare, specie ai neolaureati, l’attività clinica che sta dietro il loro impiego. Così, ancora oggi, la radioterapia è percepita come una disciplina di minore prestigio e con poche prospettive di crescita, il che è falso.
Dobbiamo impegnarci per invertire questa tendenza promuovendo tirocini, congressi e attività formative per mostrare ai giovani il potenziale clinico e tecnologico della radioterapia.
Conclusioni
La radioterapia sta evolvendo rapidamente, diventando sempre più centrale nel trattamento dei tumori e non solo. Credo fermamente che sia necessario superare i pregiudizi, incentivare la formazione dei futuri medici, continuare ad investire in tecnologia e ricerca, stringere partnership pubblico-privato come quelle proposte da noi di Medipass, per unire le forze. Solo così potremo garantire ai pazienti terapie sempre più efficaci e personalizzate.
Ringraziamenti
Ringrazio di cuore le Dottoresse Alba Fiorentino e Simona Castiglioni per il loro contributo alla stesura di questo articolo e in particolare per aver condiviso la loro esperienza riguardo allo stato della radioterapia oggi, le prospettive e le sfide da affrontare.